Tre. Un ufficiale dei servizi segreti racconta… Ho speso la mia vita al servizio della Patria e delle Istituzioni, ho combattuto in prima linea contro il terrorismo, ho diretto importanti operazioni segrete, ho fatto arrestare e imprigionare pericolosi assassini. Tutto questo per ricevere come compenso… tre persecuzioni giudiziarie subite da innocente.
A questo punto mi preme sottolineare che i procedimenti si sono conclusi come era giusto avvenisse e cioè con l’affermazione della mia totale estraneità ai fatti nei quali ero stato assurdamente coinvolto.
Tale risultato è merito di giudici che hanno saputo leggere, oltre che tra le carte, anche nell’animo degli uomini, mettendomi così al riparo dagli astratti teoremi di certi magistrati inquirenti che, con le loro ingiuste persecuzioni, prolungatesi nel tempo, hanno influito per trent’anni sul corso della mia vita. A quei giudici, dunque, vanno il mio rispetto e la mia profonda gratitudine.
Un pensiero riconoscente va anche all’amico Claudio Beccalossi, che mi ha accompagnato con pazienza e competenza nel cammino seguito per dar vita a questo memoriale.
E un grazie, infine, a Davide Giacalone per la sua splendida prefazione, di valore inestimabile.
-Angelo Pignatelli
Pignatelli, nella sua vita ha avuto l’onore di servire l’Arma e la Patria e l’onere d’assaggiare cos’è la malagiustizia italiana. Il suo racconto
fa venire i brividi, perché può capitare a ciascuno, anche se tutti sono convinti che capiti solo agli altri, e capiti solo a chi qualche cosa di male l’ha pur sempre fatta.
Questo libro è una gemma preziosa, già solo per essere stato scritto. La gran parte di quelli che vivono avventure analoghe (e sono tanti) ne escono schiantati. Pignatelli appartiene alla minoranza che grida al cielo il proprio dolore e vuole farne un monito per la collettività.
-Davide Giacalone
Gli ingredienti per un romanzo d’azione tratto dalla realtà, infatti, ci sono tutti nella vita del tarantino, veronese d’adozione: spionaggio, intrigo, terrorismo, con qualche abbondante “pennellata” d’amor di Patria e di senso del dovere (che non guastano mai, a dispetto dei dissacratori di turno e d’un certo alone persecutorio nei confronti del personaggio).
Scorrere la sua biografia è come viaggiare a ritroso nel tempo, ripescando fatti e misfatti, azioni e illazioni entrati nella grande cronaca tra pubblico e privato. Ecco, quindi, il “film” della vita di Angelo Pignatelli, “girato” e “raccontato” in prima persona.
-Claudio Beccalossi